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I templi di Ranakpur

Tempio di Ranakpur

I templi giainisti

I templi giainisti di Ranakpur si trovano 93 chilometri da Udaipur e 155 chilometri da Jodhpur in una valle rigogliosa, poco popolosa, coi i monti Aravalli a fare da cornice. La zona è abitata da numerose scimmie, che vivono indisturbate sugli alberi della foresta e lungo la strada, da una ricca varietà di uccelli, capre e le immancabili vacche sacre. Fu un uomo d’affari giainista, nel XIV secolo, di nome Dharma Shah ad avere, secondo i racconti, la visione di costruire il “Tempio delle quattro facce” in onore di Adinath, il primo Tirthankara, l’essere illuminato e fondatore del giainismo, noto anche come Rishabhadeva. Dharma Shah chiese al monarca locale, Rana Kumbha, un terreno su cui costruire tempio. Il re lo concesse ma volle che il tempio si chiamasse Ranakpur in segno di gratitudine per la sua magnificenza e benevolenza. Fu così che nell’area sorsero quattro templi tre piccoli e uno maestoso.

Il tempio più grande

Quello principale è scolpito interamente in marmo bianco ed è orientato secondo i punti cardinali. Ad ogni facciata un ingresso dai quali si potrebbe accedere anche se poi si passa da quello principale con la scalinata. Nella sala principale al centro del tempio quello che noi definiremmo il Sancta Sanctorum la divisione più interna detta Gābhāra si trovano quattro enormi immagini di marmo bianco di Adinath, con lo sguardo rivolto verso le quattro direzioni. 1.444 i pilastri finemente scolpiti uno diverso dall’altro che sorreggono struttura, le 24 cupole e il tetto. Il tempio rapisce per le innumerevoli raffinate sculture, per l’equilibrio, l’armonia, le proporzioni. Il bianco del marmo muta colore al mutare della luce che filtra da diverse parti e si “tinge” nei colori oro e ambra.

Comprendi l’India quando entri nei templi

I colori delle vesti dei monaci tinte d’arancione e quelli sgargianti dei fedeli che entrano al tempio spiccano di fronte a tanto candore. Il silenzio è rotto soltanto dal suono alternato delle due campane situate nella parte centrale del tempio alla quale accedono e possono farlo soltanto i fedeli giainisti. Le due campane quella maschile e quella femminile vengono suonate dai pellegrini una volta concluso il momento di preghiera. Ci dicono che se le due campane vengano suonate nello stesso istante il suono che si propaga è così particolare da diffondersi nella vallata. Quando si parla dell’India è considerato un cliché quello della spiritualità che si vive in questa terra. L’atmosfera che si respira, tra le solenni preghiere dei monaci e il silenzio, la poesia della struttura in sé, è di pace e serenità. Si ha la sensazione che tutto sia “impregnato” da un profondo senso di spiritualità. La quiete che si vive cheta la mente, apre il cuore che si dispone in un ascolto che difficilmente si sperimenta. È proprio il caso di riaffermalo l’India la si capisce passando dai templi, è una certezza. 

I templi di Ranakpur sono alcuni delle innumerevoli meraviglie dell’India che abbiamo scoperto grazie alla consulenza di Yatra Exotic Routes ed Incredible India.

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Questo racconto è stato scritto ascoltando This Place is a Shelter di Ólafur Arnalds


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