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Montefalco: il ciclo francescano di Benozzo Gozzoli in 10 punti

Montefalco, Benozzo Gozzoli

I primi cinque punti

  1. La chiesa dove si trova l’affresco è quella di San Francesco in Montefalco, costruita tra il 1335 e il 1338. Oggi la chiesa è un museo: il Complesso museale di San Francesco che raccoglie tanti altri preziosi tesori d’arte dell’Umbria.
  2. L’opera è stata realizzata da Benozzo di Lese meglio conosciuto come Benozzo Gozzoli, chiamato così dal Vasari nella sua celebre Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori. Il pittore è nato a Scandicci, ha lavorato nel 1439 al convento di San Marco a Firenze, a fianco di fra Giovanni da Fiesole, il priore della comunità, noto come Beato Angelico. Ha collaborato con Lorenzo Ghiberti nel 1444 alla realizzazione della Porta del Paradiso del Battistero di Firenze. La magnifica Cappella dei Magi nel Palazzo Medici Riccardi che recentemente è stata una delle location della serie I Medici, nel 1459-60.
  3. Il ciclo di Montefalco per Benozzo Gozzoli è il primo ciclo pittorico totalmente suo, realizzato tra il 1450 e il 1452, il cui tema riguarda la vita e le opere di san Francesco. Si sviluppa sopra gli scranni lignei dove sedevano i frati. È suddiviso in tre fasce sovrapposte, che coprono tutta la superficie.
  4. Contrariamente alla tradizione, la narrazione del ciclo inizia cronologicamente dal basso sviluppandosi verso l’alto. Proseguendo la fascia mediana finendo alle lunette. Rispetta però l’ordine consueto partendo da sinistra verso destra. La disposizione delle scene sottolinea il percorso di San Francesco che nella sua vita terrena ha elevato se stesso fino a raggiungere la Gloria celeste.
  5. Il programma iconografico del ciclo è diverso rispetto a quello ben più noto della Basilica superiore di Assisi opera del maestro Giotto di Bondone. È il secondo in Umbria per importanza.

Gli altri cinque punti

  1. La striscia di parete che separa gli affreschi della narrazione della vita di san Francesco dagli scranni dei frati, è affrescata da un fregio dove si susseguono 23 medaglioni, che raffigurano 20 francescani minori illustri: 10 a destra e 10 a sinistra della finestra centrale. Sotto alla finestra e sopra alla porta che conduce in sacrestia, si trova un’altra striscia dove sono affrescati tre toscani illustri detti i Grandi Francescani: Petrarca, Dante, Giotto, che sono freschi, freschi, di restauro. Un particolare inconsueto e molto interessante quello di accostare dei santi con i due letterati e il noto pittore.
  2. La volta è divisa in sei vele dove sono affrescati san Ludovico da Tolosa, santa Elisabetta d’Ungheria, san Bernardino da Siena, santa Chiara e sant’Antonio da Padova, nella vela più grande campeggia san Francesco in gloria.
  3. I grandi riquadri affrescati raccontano: a) Nascita di san Francesco in una stalla; Gesù in veste di pellegrino bussa alla casa di Francesco; Tributo a un uomo semplice b) San Francesco dona il suo mantello a un povero; Gesù mostra in sogno al santo un palazzo pieno di scudi con la croce c) San Francesco rinuncia ai beni paterni. d) La preghiera della Vergine a Cristo giudice; l’incontro di san Francesco e san Domenico a Roma davanti alla basilica vaticana. e) Innocenzo III vede in sogno san Francesco che sostiene il Laterano; Onorio III approva la regola.  f) La cacciata dei diavoli da Arezzo. g) San Francesco predica agli uccelli; Benedizione di Montefalco e del suo popolo scena mai raccontata probabilmente voluta dai committenti. h) San Francesco predice la morte del conte di Celano; La confessione del cavaliere. i) Il presepe di Greccio. l) San Francesco entra nel fuoco per respingere le tentazioni di una fanciulla inviatagli dal Sultano. m) San Francesco riceve le stimmate a la Verna. n) Le esequie di San Francesco e accertamento delle stimmate.
  4. I grandi francescani sono stati restaurati recentemente. Il restauro è stato voluto fortemente dalla Cantina Caprai, la nota cantina che ha portato il sagrantino nell’olimpo dei vini rossi. Col progetto #Caprai4love grazie a delle bottiglie di vino con l’etichetta contemporanea, ha permesso di compiere l’impresa reperendo i fondi necessari destinati al recupero dei tre medaglioni danneggiati dal tempo.
  5. Lo stretto legame con la terra, il vino e l’arte è testimoniato dal ciclo stesso. Nel settimo riquadro dell’affresco la Predica agli uccelli e la Benedizione di Montefalco, infatti, sono ritratti sullo sfondo della scena dei filari di viti. Nell’ottavo riquadro quello della Cena dal cavaliere di Celano c’è del vino, contenuto in un “decanter” del tempo, pronto per essere gustato dai commensali. 

Se ti è piaciuto il nostro racconto sul ciclo francescano di Montefalco, puoi trovare altri luoghi meravigliosi cliccando qui. Se non vuoi perdere i nostri scatti, seguici su Instagram @charmenoff

Questo racconto è stato scritto ascoltando: Forbidden Colours di Ryūichi Sakamoto

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