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#SOCIALCORNER CENTRO TOSCANA

A Colle di Val d’Elsa il cristallo

Colle val d'Elsa

Cin cin, alla salute o prosit?

Colle di Val d’Elsa è la meta e il nuovo #socialcorner che abbiamo deciso di raccontare, ma partiamo dal brindisi. La formula cin cin per il brindisi che è stata importata dall’oriente da alcuni marinai e diffusasi per colpa o merito dell’operetta The Geisha, a story of a tea house di Sidney Jones rappresentata in Europa a fine milleottocento. L’espressione deriva dal cinese, si scrive ch’ing ch’ing e vuol dire prego prego. Preferiamo, saremo tacciati di campanilismo, il nostro alla salute o prosit. Dire cin cin prima di brindare ha preso piede anche perché ricorda il suono dei bicchieri mentre urtano uno contro l’altro poco prima di sorseggiare la bevanda.

È sconveniente, per i puristi del galateo far urtare i bicchieri, lo scambio di sguardi tra i partecipanti al brindisi è il comportamento consono per i cultori del bon ton. I bicchieri di cristallo sono fondamentali per chi desidera distinguersi per eleganza e stile. Colle di Val d’Elsa è la città Toscana dove da anni si realizzano oggetti in cristallo.

Vetro con ossido di piombo

Sotto al cartello stradale all’inizio del centro abitato la segnaletica sottolinea che è la città del cristallo e non potrebbe essere diversamente, visto che molti lavorano il prezioso materiale vitreo passandosi il testimone da secoli.
Beh si! Il cristallo è vetro! Si può considerare cristallo a differenza del semplice vetro, se è composto da una parte di ossido di piombo ma ne deve avere almeno il 24% in peso. Con l’ossido di piombo e la giusta combinazione dei materiali si ottengono quelle caratteristiche di trasparenza, brillantezza e di rifrazione della luce simile a quella dei diamanti e tipiche del cristallo.

Il Museo del Cristallo

Un museo il Museo del Cristallo, progettato conservando e includendo nella struttura la ciminiera dell’ex vetreria Boschi. L’edificio si sviluppa su tre piani nel sottosuolo. Due video esplicativi e l’allestimento proposto racconta la produzione di Colle di Val d’Elsa, dal vetro al cristallo, dal quattordicesimo secolo ai giorni nostri. Gli attrezzi di lavoro, gli oggetti di design realizzati, sono esposti in maniera semplice e comprensibile e non si fatica durante la visita a goderne. Suggestivo il bosco di cristallo, il particolare percorso dove migliaia di bicchieri sono disposti all’interno di apposite reti. Durante la visita si è accompagnati dal tintinnio dei cristalli che urtano delicatamente e fanno da sottofondo musicale. Consiglierei per concludere due flûte e una bottiglia di bollicine augurando la buona salute a tutti.

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