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I Bronzi di Riace: semplicemente bellissimi

bronzi di riace

Un #SocialCorner che vi porta a Reggio Calabria dove sono custoditi i bronzi più famosi al mondo quelli di Riace.

Il lungo riposo

Semplicemente bellissimi, due capolavori che mozzano il fiato. Per gli esperti sono denominati A e B, ma tutti comunemente li chiamano il Giovane e il Vecchio.

Sono stati il più importante ritrovamento del secolo scorso. La scoperta fortunata fu fatta da Stefano Mariottini nell’agosto del 1972 mentre nuotava a circa 300 metri dalla costa di Marina di Riace a otto metri di profondità. Il sub romano vide sul fondale un braccio, che in un primo momento pensò fosse di un cadavere.

L’unica certezza! Sono arrivati via mare

Dopo aver verificato più da vicino, si accorse che si trattava di un bronzo, anzi, scoprì che di bronzi ne erano due a poca distanza l’uno dall’altro. Dopo il recupero dal letto di sabbia dove avevano riposato per secoli, i bronzi di Riace, sono stati lungamente studiati e restaurati.

Eliminate le incrostazioni esterne dovute alla lunga permanenza in mare e le terre di fusione presenti ancora al loro interno, che corrodevano la lega, le due opere hanno fornito una serie di informazioni sulla loro provenienza.

Un bronzo è stato realizzato con molta probabilità in Attica nei pressi di Atene, mentre l’altro nel Peloponneso nella città di Argo. Le ipotesi sui nomi degli artisti che hanno realizzato queste meraviglie sono tante, troppe, ed è inutile stilare un noioso elenco. Non del tutto risolto è anche l’enigma su come possano essere giunte a Riace.

L’unica certezza! Sono arrivati via mare. Il prezioso carico è stato perduto con la nave, oppure è stato gettato in mare per evitare un naufragio? L’ipotesi più attendibile, giacché i resti dell’imbarcazione non sono stati ritrovati, è quella che i bronzi siano stati gettati a poca distanza e profondità dalla terraferma a causa delle condizioni avverse del mare.

Museo nazionale della Magna Grecia

Era usanza all’epoca, nel caso in cui il mare poneva la nave in pericolo, di gettare il carico per poi recuperarlo in un secondo momento. Resta comunque un mistero, perché i preziosi non sono stati recuperati? Altro mistero è l’identità dei due bronzi che corrispondono a quei canoni di bellezza descritti da Aristofane nella commedia Le nuvole: a questo rivolgi la tua attenzione, avrai petto forte, colorito e sano, spalle larghe, lingua corta, glutei forti e membro piccolo. La bellezza dell’uomo greco era eleganza. L’eleganza era ciò che si trasmetteva attraverso il comportamento e il portamento, che rendeva evidenti le virtù e la profondità d’animo.

La prima alta un metro e 98 centimetri, la seconda, il Vecchio, è alta un metro e 97. Pesano 160 chili, sono state realizzate, come detto in bronzo, a distanza di trent’anni l’una dall’altra. Per i dettagli sono stati utilizzati altri materiali come il rame per le labbra, i capezzoli e le ciglia, l’argento per i denti, mentre gli occhi sono in calcite. Sono perduti gli scudi, le lance e gli elmi che, il Giovane è il Vecchio, avevano in dotazione. I Bronzi si trovano al Museo nazionale della Magna Grecia a Reggio Calabria, sono diventati uno dei simboli della città e della regione.

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