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Muscat: capitale dell’Oman

Old Muscat

In una parola: bellezza

Che incanto sei Muscat capitale dell’Oman! Magnifica Mascate! Una città tinta soltanto coi colori bianco, oro e blu. Una città antica e una moderna, che non si scontrano, bensì si abbracciano andando verso un futuro di sola bellezza. La città antica, la Old Muscat, è tutta protesa verso il mare. Un tempo era l’unica via d’accesso, protetta alle sue spalle dalle montagne la cingono sui tre lati. Le catene montuose sono senza vegetazione, come del resto lo sono quasi tutte in Oman. Muscat vuol dire porto sicuro, ancoraggio. Fedele al suo nome, la vecchia Muscat, è un porto naturale. Ha una posizione ideale tra il Golfo Persico e l’Oceano Indiano, sulla costa del Golfo dell’Oman. Per secoli è stata la tappa intermedia dei commerci di incensi e spezie.

La noce di Mascate

La noce di Mascate (moscata) dice tutto. È vero che la capitale dell’Oman ha dato il nome alla spezia, ma sono le isole Molucche, in Indonesia, le terre dalle quali proviene. La parte della città moderna non è l’espressione estrema dell’architettura contemporanea a cui siamo abituati vedere nelle nuove città sorte in questi ultimi cinquant’anni nella penisola arabica. I nuovi edifici della capitale pur essendo maestosi e moderni riprendono in qualche modo le linee e gli stili del proprio passato. Nessuno degli edifici della nazione può superare l’altezza del minareto, alto 92 metri, della Grande Moschea del Sultano Qaboos.

La Grande Moschea del sultano Qaboos bin Said

Un luogo di culto e Centro istituzionale islamico la Grande Moschea. Realizzata da Carillion Alawi, ha richiesto cinque anni di progettazione dal 1992 al 1996. Nel 2001 l’inaugurazione, in occasione del trentennale alla salita al trono di Qaboos bin Said. La Grande Moschea è in grado di accogliere fino a 20.000 fedeli comprendendo le aree esterne. C’è una sala più piccola per la preghiera delle donne, che contiene fino a 650 fedeli.

Il tappeto delle meraviglie

La sala di preghiera principale, di forma quadrata, può ospitare fino a 6.500 uomini. Ha al suo interno il secondo tappeto più esteso al mondo. Per tesserlo ci sono voluti quattro anni e 1,7 milioni di nodi. Pesa 21 tonnellate, combina disegni classici di Tabriz, Kashan e Isfahan con più di 28 colori di diverse tonalità e il lavoro di 600 abilissime donne. La cupola centrale si eleva a 50 metri dal pavimento, pende al centro un enorme lampadario in cristallo della lunghezza di quattordici metri. L’esterno pur nella sua modernità è magnifico. Fanno da corona i quattro minareti agli angoli della struttura ai quali si aggiunge il più alto, proprio di fronte alla moschea.

Sembrerà di camminare su un velo d’acqua

La cupola di notte con l’effetto delle luci e della stessa “tessitura” architettonica incanta. All’interno si entra con il giusto dress code, d’obbligo in tutti i luoghi di culto. Si rimane stupiti dalla pulizia e lucentezza dei bianchissimi marmi esterni. Quando si accede, ovviamente scalzi come il luogo richiede o con i calzini, si rimane stupiti dal lastricato in marmo bianco per quanto sia incredibilmente lucido che vi sembrerà di camminare su un velo d’acqua. Si rimarrà ancor più stupiti dell’attenzione continua che si ha nel tenere sempre impeccabili le superfici, i calzini bianchi resteranno candidi.

La pulizia e l’ordine è il segno distintivo di tutto l’Oman, in particolare della capitale. Strade ampie, che paiono spazzate da poco, i cui cigli spesso sono bordati dalle aiuole e prati regolarmente annaffiati e tosati alla perfezione, senza che ci sia la minima sbavatura. Gli alberi potati e curati quasi in modo maniacale, dove nidificano gli uccelli indisturbati. Qualcuno afferma che è come la Svizzera per l’ordine. L’Oman su questo fronte a volte la supera: le auto che entrano in città devono essere, per legge, lavate prima di accedervi.

La Royal Opera House​​ Muscat

Un cartellone degli spettacoli d’altissimo livello, con artisti della nazione e quelli provenienti da tutto il mondo. Una struttura spettacolare, un’architettura contemporanea unica, ornata da motivi decorativi ispirati all’arte islamica, orientale ed europea, che ha il primato in Medio Oriente, per la tecnologia all’avanguardia di cui è dotata. Stiamo parlando della ROHM la Royal Opera House​​ Muscat. La sede dell’Oman per le arti e la cultura. Con i suoi 1.000 posti a sedere è il prestigioso spazio per il teatro, i concerti e la lirica. Voluta fortemente dal sultano Qaboos, che con questo tempio delle arti, ha voluto creare un luogo dove gli artisti d’eccellenza potessero esibirsi e per godere anch’egli degli spettacoli di cui lui stesso è stato amante e appassionato.

Al foyer è allestito un piccolo, ma interessante, museo degli strumenti musicali d’epoca. Primi al mondo ad essere dotati del sistema multimediale e interattivo dello schienale dei sedili. Essi, infatti, possono essere regolati e spostati in base tipo di rappresentazione in scena o in base alle esigenze dello spettacolo, diventando parte integrante e funzionale alla riuscita delle performance degli artisti. Costruito anch’esso da Carillion Alawi, è stato ufficialmente inaugurato il 12 ottobre 2011, con la produzione della Turandot di Giacomo Puccini, diretta dal tenore spagnolo Plácido Domingo.

Il Palazzo Al Alam, o Palazzo della Bandiera

Circondato da magnifici giardini, affacciato sulla baia stretta tra dall’isola Al Jazirah e la terraferma si erge il Palazzo Al Alam, o Palazzo della Bandiera, la residenza ufficiale, una delle sei, del Sultano, fatta erigere sempre da Qaboos che volle un luogo dove ricevere gli ospiti più prestigiosi che visitano il paese. Il Palazzo è stato terminato nel 1972, è in stile islamico contemporaneo. La facciata principale, ha quattro colonne che si stagliano verso il cielo, colorate di blu e oro, due di un colore, due dell’altro ed è rivolta verso un lungo e largo viale alberato, delimitato dai palazzi pubblici tutti con lo stesso stile architettonico, ricoperti da lastre di marmo bianco e dialoga, al lato opposto del viale, con il Museo Nazionale dell’Oman. L’interno del palazzo non è visitabile, però merita lo scatto dal cancello a due passi dal portone principale d’ingresso.

 I forti Al Jalali e Al Mirani

Ai lati della residenza reale, posti sulle due alture rocciose si possono vedere parte delle antiche mura cittadine e le torri di avvistamento che si ergono a vigilare sull’insenatura. Sono i forti Al Jalali e Al Mirani, entrambi risalenti al periodo dell’invasione portoghese del XVI secolo. Al Jalali Fort fu costruito sotto Filippo I del Portogallo nel 1580 su una precedente fortezza, dopo i saccheggi subiti dalla città dalle forze ottomane. Per gran parte del XX secolo è stata utilizzata come prigione principale dell’Oman fino agli anni ’70. Fort al-Jalali è stato restaurato nel 1983 e convertito in un museo privato di storia culturale dell’Oman, accessibile solo ai dignitari in visita nel paese.

Il souq di Mutrah

Il souq di Mutrah è la tappa che va assolutamente vissuta. È un dedalo di stradine coperte dove trovare il profumatissimo incenso omanita, le spezie, i manufatti d’artigianato, il vestiario, i gioielli fatti a mano, monete, francobolli, i pugnali fatti a mano, i khanjar, come quello che si vede sulla bandiera omanita e ogni sorta di prodotti alimentari come frutta, verdura, dolci, alcuni preparati al momento da gustare mentre passeggiate lungo le corsie.

Si è ammaliati dalla bellezza degli oggetti in vendita e incuriositi dagli omaniti che vi si recano per i loro acquisti e cogliere le abitudini degli abitanti della capitale. Il souq si trova sul lungomare. Alcuni consigliano di recarvisi al tramonto poiché si affolla di persone. Andarci al mattino vi assicura di poter godere con calma del luogo e viverlo senza troppa confusione.

Bait Al Luban Omani Restaurant

Se poi avete fame potete recarvi in un ristorante a pochi passi dal souq, al Bait Al Luban Omani Restaurant, la casa dell’ospitalità omanita, dove compiere un vero e proprio viaggio nei sapori con un tradizionale pasto omanita, in un ambiente tipico, profumato di “Al Luban”, che vuol dire incenso. È un vero e proprio viaggio, perché le ricette delle pietanze sono quelle della tradizione legate ai viaggi dei commercianti omaniti che andavano dall’Africa orientale all’India, portando a casa le migliori spezie disponibili per creare piatti deliziosi, che oggi attraverso il palato raccontano la storia nazionale. A fine pasto quando i commensali stanno per andare via dal locale si ripropone un’altra tradizionale attenzione rivolta all’ospite, quella di profumare le mani con l’acqua di rose.

Siamo stati in Oman in collaborazione con il Ministry of Heritage and Tourism – Sultanate of Oman.
Per arrivare abbiamo volato con Etihad, la compagnia aerea più ecologia al mondo, mentre per gli spostamenti in Oman abbiamo viaggiato con Desert Flower Tours.



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