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ITALIA IN 24H VALLE D'AOSTA

I quattro magnifici della Valle d’Aosta

Valle D'Aosta

Il viaggio per Italia in 24H questa volta vi porta in Valle d’Aosta. Un itinerario che parte dal Castello Savoia a Gressoney, prosegue per quello di Fénis, per poi giungere a quello di Verrès e termina al Castello di Issogne.

È la prima volta che ci capita di vivere un viaggio condividendo storie che la nostra fantasia ha concepito con protagonisti eroici cavalieri, principi, principesse, reali, dame, maghi, streghe, tutti intenti a combattersi, compiere sortilegi, intrighi, intrugli, pozioni e regnare saggiamente, simili alle chanson de geste.

Le nostre valdostane chanson de geste, che si sa, non fanno parte della tradizione letteraria della Vallée d’Aoste, ma che noi abbiamo iniziato a scrivere per gioco.

Quattro castelli: uno appartenuto ai Savoia, tre agli Challant. Per noi sono castelli da sogno che fanno sognare. Che dire? A nulla è giovata la doccia fredda con la cruda realtà alla quale le esperte guide dei castelli ci hanno riportato. I “ciceroni castellani” ci hanno fornito utili notizie sui periodi storici, sui protagonisti, le strutture architettoniche, le decorazioni, gli affreschi e gli arredi interni. Che volete? L’immaginazione ha preso il sopravvento. Ogni volta che abbiamo terminato il giro turistico, ci siamo messi a fantasticare sul posto che stavamo lasciando dove abbiamo ambientato la nostra storia fantastica. In corsivo, senza alcuna pretesa letteraria, il nostro racconto che potete saltare tranquillamente se volete.

Castello Savoia

Il primo dei castelli che abbiamo visitato è quello edificato per volere della Regina Margherita di Savoia. La regina della famosa pizza. La regina delle pizze è la pizza della regina: la margherita. Si chiama così in onore di Margherita di Savoia. Quella pizza a dire il vero esisteva già, prima ancora che le fosse dedicata, il colpo di genio di Raffaele Esposito, il pizzaiolo inventore, fu quella di chiamarla con quel nome oramai celebre in tutto il mondo. Torniamo al racconto su Castello Savoia.

Margherita soggiornava spesso a Gressoney ospite dei baroni Beck Peccoz fin dal 1889. Il castello venne fatto erigere ai piedi del Colle della Ranzola nella località denominata “Belvedere”, che guarda caso, “suggerisce” sulla splendida vista che da lì si gode su tutta la vallata. Uno splendido giardino botanico gli fa da meravigliosa overture, anche se è di recente realizzazione. Nel parco dei misteriosi occhi guardano verso il cielo.

Il castello è come quello delle fiabe, uscito da una delle illustrazioni dei libri delle favole che ci leggevano quando eravamo piccini. I misteriosi occhi nel parco sono stati d’ispirazione. La storia comincia così. “Si narra che una notte di tempesta una principessa fu rapita da un drago, proprio da questo castello e che suo padre sia stato imprigionato da un principe senza scrupoli guidato dal suo crudele e potente mago.

Castello di Fènis

Il secondo castello che abbiamo visitato è quello di Fénis. Lo individuiamo già dalla statale 26, l’antica strada che collega il Piemonte alla Valle d’Aosta. Situato su una leggera altura senza difese naturali, che già fa intuire che il castello non sia stato concepito solo per essere una struttura di difesa e di controllo del territorio, ma anche una residenza di prestigio e rappresentanza. Appartenuto alla famiglia Challant, menzionato la prima volta nel 1242 da un documento che stabilisce, che castrum Fenitii apparteneva al visconte di Aosta Gotofredo.

I successori Aimone e Bonifacio diedero, con i nuovi interventi costruttivi, l’aspetto attuale. Il castello di Fénis appartenne ai signori di Challant del ramo di Fénis fino al 1716. In realtà scopriamo che le linee architettoniche non sono proprio fedeli a com’erano in passato, ma sono dovute a un intervento di recupero volto ad accentuare l’aspetto medioevale. I restauri furono necessari a causa della decadenza in cui cadde il castello, adibito come ultima funzione, prima dei lavori di recupero, a stalla e annesso fienile, seguendo le sorti avverse delle famiglie che lo avevano posseduto.

È qui che abbiamo immaginato il principe che dopo essersi consigliato da una strega parte zelante alla volta di Verrès con un pugno di valorosi cavalieri per salvare una principessa dopo essere venuto a conoscenza della vicenda narratagli da un menestrello viandante proveniente da quel regno.  

Castello di Verrès

Torniamo alla realtà. Ci avviamo al castello di Verrès che si erge all’imbocco della Val d’Ayas, sulla sommità di un picco roccioso a strapiombo sul torrente Evançon e domina il sottostante borgo di Verrès. Le fonti storiche ci indicano della presenza di una fortificazione appartenuta ai signori De Verretio già dal 1287. I duchi di Savoia affidarono la giurisdizione feudale alla famiglia Challant ed è in questo periodo che castello nel 1390 assunse l’attuale forma di monoblocco cubico i cui lati misurano trenata metri senza mura di cinta ad opera di Ibleto di Challant governatore e capitano generale del Piemonte.

Renato di Challant rivide l’apparato di difesa del castello nel 1536 con i dovuti accorgimenti per la disposizione dell’artiglieria. Alla sua morte, il castello tornò nelle mani dei Savoia. Il castello fu ripreso dagli Challant che subì un lento declino dopo che l’artiglieria fu spostata a Forte Bard per volere del duca Carlo Emanuele II e in seguito all’estinzione della famiglia degli stessi Challant. Il castello restò a lungo senza tetto, ma nel 1894 dopo l’acquisto da parte dallo Stato, fu restaurato e dichiarato monumento nazionale.

 È in questo castello che i personaggi della nostra storia si scontrano. In realtà il tetto crollò a causa del peso del drago che si fece spazio tra le mura per farne la sua dimora ed incutere il terrore alle popolazioni sottostanti. Al principe di Fenis si unì quello del castello di Issogne che cercarono con tutte le loro forze di stanare il drago per poi colpirlo a morte. Ma il drago fu più furbo dei due reali, spiccò il volo portando con se la principessa, e discese nel cortile del castello di Issogne. I due principi raggiunsero il castello elaborando durante lo spostamento un piano di attacco per vincere la bestia. Il Castello di Issogne è la nostra ultima tappa siamo a caccia del drago.

Castello di Issogne

Il castello di Issogne è un altro gioiello che la famiglia Challant trasformò con le precedenti strutture, appartenute ai vescovi di Aosta, tra il 1490 e il 1510 nella dimora attuale. Il palazzo a ferro di cavallo si affaccia sul cortile e il giardino all’italiana cinto dalle alte mura. In mezzo al cortile la splendida fontana ottagonale dalla quale in centro “cresce” un albero in ferro battuto. La forma ottagonale, come quella di un fonte battesimale, vuole simboleggiare la rinascita. Detta la fontana del melograno, ci viene raccontato che fu un dono di nozze, ma avvicinatevi e non lasciatevi ingannare, vi accorgerete che le foglie non sono quelle di un albero di melograno, ma foglie di quercia, mentre i frutti sono palesemente riconoscibili. Il melograno era considerato immagine dell’amore, del matrimonio e della fertilità, mentre le foglie di quercia vogliono simboleggiare la robustezza e la solidità del casato.

Il porticato ha le lunette affrescate con scene di vita quotidiana come quella del corpo di guardia e quella al mercato, e scene delle botteghe come quelle del sarto, del macellaio, dello speziale e del formaggiaio.

Gli ambienti interni sono anch’essi decorati con affreschi, in particolare le stanze di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia e la Cappella, e le stanze private, gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant che fu priore di Sant’Orso e artefice dei lavori che diedero l’aspetto attuale al castello.

Con l’estinzione della famiglia Challant anche il castello di Issogne attraversò un periodo di declino fino alla vendita all’asta avvenuta nel 1872. Il pittore torinese Vittorio Avondo l’acquistò, lo restaurò e lo riportò ai fasti del cinquecento. Donato allo Stato nel 1907, oggi il castello appartiene alla Regione Autonoma Valle d’Aosta.Legato proprio al pittore torinese è stato recentemente allestito un percorso a lui dedicato con un allestimento davvero emozionante tutto da vedere, ascoltare e vivere. 

 È qui che si svolge la disputa finale, i due principi alleati sono intenti a domare e sconfiggere il drago, più che mai convinti di salvare la principessa. La principessa venne fatta scendere delicatamente  dal drago. La nobile ragazza si avvicinò alla fontana del melograno si fece portare un bicchiere. Una volta riempito d’acqua il bicchiere lo porse al drago che ne bevve. D’improvviso una luce sfavillante avvolse l’enorme sputafuoco che iniziò a contorcersi e mentre si contorceva diventava sempre più piccolo fino ad assumere le sembianze di una donna.

La fanciulla dalla candida pelle, era sdraiata su un fianco completamente nuda. Il principe di Fènis si tolse il mantello e si avvicinò per coprirla. Mentre il giovane, ancora incredulo per quello a cui aveva assistito, finiva di poggiare il mantello sul corpo della giovane, ella si destò, con la mano scostò dal viso i suoi capelli rossi e fluenti, rivolse lo sguardo con gli occhi pieni di lacrime di gioia verso l’altra principessa e la ringraziò per averla liberata dell’incantesimo scagliatole da un mago crudele.

Le due donne decisero di tornare verso nord al castello cui abitanti le accolsero festanti. In realtà la principessa non era stata rapita da un Drago era ella stessa il drago, colpita dal sortilegio del mago crudele che la aveva punita solo perché si era rifiutata di unirsi in matrimonio col principe senza scrupoli che lei che non amava. Le due donne vinsero il mago e il principe usurpatore, liberarono il padre di lei.

Il re decise di abdicare a favore della figlia. Le due donne governarono il regno con saggezza e furono molto amate dal popolo. I due zelanti principi rimasero a bocca asciutta, niente gloria, niente principesse e soprattutto compresero un grosso insegnamento, la spada non è la soluzione a tutte le questioni e che l’apparenza a volte inganna.

“I quattro magnifici della Valle d’Aosta” è uno dei nostri itinerari e speriamo che diventi anche il vostro, ma se nel frattempo volete seguirci alla scoperta della nostra bella Italia seguiteci sul nostro account IG.

Se volte scoprire delle ricette dedicate alla Valle D’Aosta cliccate qui o qui per scoprire dei formaggi fantastici.

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