Le grotte di Osimo

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Il sopra e il sotto

Per i romani era Auximum, oggi è la città di Osimo. Il borgo sorprende per i suoi tesori conosciuti e per i suoi luoghi misteriosi. La cittadina è divisa tra luce e ombra, tra ciò che è sopra il suolo e quello che è nel sottosuolo, tra l’esteriore e l’interiore. Gli edifici baciati dal sole raccontano una versione della storia della città, mentre i cunicoli e le gallerie sottostanti ai palazzi ne raccontano spesso un’altra, dando gli strumenti per svelare l’aspetto più intimo dei proprietari che li hanno abitati.

La nostra attenzione è rivolta ai nove chilometri del mondo sotterraneo, che scopriamo ha origini romane. Le grotte di Osimo sono 88 luoghi divisi tra grotte e gallerie, che non sono collegate tra loro, si sviluppano su diversi livelli e hanno una profondità che varia dai sei ai quindici metri di profondità. Gli ambienti a volte sono collegati verticalmente mediante pozzi o camini percorribili tramite tacche incise sulle pareti, dette pedarole.

I frati e i Cavalieri templari

La città sotterranea è stata utilizzata nei modi più svariati. Come semplici camminamenti o vie di fuga in caso di pericolo. Come ghiacciaie per la conservazione degli alimenti o utilizzate come delle vere e proprie abitazioni. Questi spazi celati alla luce del sole sono stati luoghi di preghiera, è il caso della grotta sotterranea detta del Cantinone e dell’annesso dedalo di tunnel, appartenuti ai frati francescani del convento sovrastante di San Giuseppe da Copertino.

Qui troviamo parte di un’area, una volta circolare, dedicata alla contemplazione, lo si intuisce, infatti, dai bassorilievi e incisioni sulle pareti che caratterizzano gli ambienti che suggeriscono lo svolgimento di tali riti. Circolare è pure la stanza sottostante al Palazzo Riccioni che si trova in un’altra parte della città. La stanza è costituita da nicchie con una seduta ed ha in mezzo una colonna. Vi si giunge attraverso una galleria. È accertato, in base ai simboli scolpiti nell’arenaria, che il luogo è concepito per effetuare i riti di iniziazione dei nuovi membri dei cavalieri templari. Pensate che per come è realizzato l’ipogeo, i partecipanti all’incontro potevano sentirsi senza vedersi l’un con l’altro. Le grotte di Palazzo Riccioni non sono l’unico palazzo legato ai cavalieri templari c’è anche Palazzo Hercolani Fava Simonetti, che a dirla tutta sono state vissute anche dai Cavalieri di Malta. Quest’ultime sono un po’ più difficili da visitare. Bisogna cogliere le occasioni giuste quando è aperta o prenotando.

La galleria dei massoni

Diverso è l’uso dell’area sottostante a piazza Dante Alighieri, dove si affacciano i palazzi Campana e Gallo. Quest’ultima galleria pare sia appartenuta a un membro della massoneria. Valutatando i bassorilievi e simboli massonici incisi sulle pareti si suppone che la galleria era destinata ai loro membri. L’esatto uso delle gallerie non è ancora del tutto chiarito. Le difficoltà sono tante, visto che le fonti storiche sono praticamente, diciamo volutamente, quasi nulle. Sta di fatto che una visita nella città dei senza testa è da vivere per le emozioni che offre e soprattutto per i suoi luoghi nascosti sottoterra. Una vistita accompagnati dalle guide che come delle contemporanee Virgilio vi accompagneranno lungo tutti i percorsi raccontando di questi affascinanti luoghi e dei loro proprietari.

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Questo racconto è stato scritto ascontando: Underground di Lindsey Stirling.