Greccio: la nuova Betlemme

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Tommaso da Celano, Vita prima S. Francisci (1228/1229), c. XXX

Si avvicina il Natale. In questo periodo di Avvento oltre all’albero in molte case verrà allestito il presepe. Non tutti sanno che il primo presepe vivente è quello che si è svolto a Greccio, in provincia di Rieti e fu san Francesco a idearlo. Tommaso da Celano, il primo biografo del poverello di Assisi, descrive come si svolsero i fatti nella biografia che scrisse sul santo intitolata Vita prima S. Francisci. “Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, …chiamò a sé…(Giovanni Velita, il signore di Greccio) e gli disse: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello“.

La Betlemme francescana

“Appena l’ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l’occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.” “Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme.”

La tradizione diffusa in tutto il mondo

È in quella grotta, che diverrà la Cappella del Presepio e primo nucleo del Santuario di Greccio, nella notte del 24 dicembre 1223 nei dintorni del borgo medievale reatino, che si ripeterà e diffonderà la tradizione del presepe. La Betlemme Francescana è ancora lì, arroccata a mezza costa della boscosa catena dei Monti Sabini. Il Santuario pare emergere dalla parete rocciosa alla quale si aggrappa e accoglie tutt’ora i fedeli e turisti desiderosi di vedere il luogo ritratto pure da Giotto alla Basilica Superiore di Assisi.

Il bue e l’asinello si o no?

Le statue del presepe nei secoli hanno assunto i tratti somatici delle persone che abitano i cinque continenti. Presepi coi tratti fisici orientali, africani, o dell’america latina sono oramai consueti. Una particolarità! Nei vangeli non c’è l’ombra del bue e dell’asinello. Può essere che san Francesco abbia sbagliato nel metterli nel presepe? In realtà il riferimento è citato nel protovangelo di Giacomo. Anche papa Francesco si è espresso in merito, sottolineando questo fatto. Ma tranquilli! La tradizione è salva, perchè il pontefice ha citato un salmo di Isaia salvando e sostenendo la presenza dei due animali. Infatti “Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non conosce, il mio popolo non comprende”.

Il presepe patrimonio dell’Italia

Se, infine, avete il dubbio se si dica presepe o presepio sappiate che sono validi entrambi i vocaboli. In origine i termini si riferivano solo alla mangiatoia dove veniva deposto Gesù bambino. Nei secoli successivi le parole hanno iniziato a indicare l’intera Natività. Per noi Greccio non è un luogo da considerare wow, dove fare lo scatto super instagrammbile di sempre, è uno wow storico e di fede, per chi crede. È uno di quei posti dove è d’obbligo andare perchè è un luogo legato strettamente alla cultura del nostro paese.

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Questo racconto è stato scritto ascoltando il CD L’Infinitamente piccolo di Angelo Branduardi.