Castello di Monteserico

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Il castello in mezzo alla distesa di campi

Il Castello di Monteserico si erge su una altura solitaria a 550 m s.l.m., a 15 Km ad est di Genzano di Lucania, in mezzo a ondulanti valli e colline poco elevate dalle lievi pendenze che si perdono a vista d’occhio.

Non si riesce a notare la presenza dell’uomo anche perché in Basilicata gli abitanti sono meno di seicentomila sparsi su una superficie di poco più di diecimila km². Osservando bene, tutti i terreni intorno al maniero medievale sono arati. Ecco! In lontananza si scorge una nuvola di polvere di terra che avvolge un trattore mentre sta fresando un appezzamento. I rettangoli di diversa grandezza dei terreni paiono una coperta in patchwork dai diversi toni di marrone, che vanno da quello più chiaro che si avvicina al beige, a quello più scuro, quasi nero. Il tempo in cui il fuoco, appiccato dai contadini, che brucia le stoppie del grano raccolto dell’anno corrente è finito e ci si prepara alla nuova semina.

Il cambio d'”abito” dei campi

Il paesaggio diverrà meraviglioso a primavera. Verso aprile, il vento, che in questa zona non smette mai di soffiare, accarezzerà le piantine di grano, le quali ondeggiando sembreranno un tessuto di seta verde brillante che, col giunger dell’estate, si tingeranno di color oro, con le spighe appesantite, cariche del nuovo frumento. Non è precisa la data dell’edificazione del Castello, gli scavi, quando e se avverranno, permetteranno di chiarire molti dei quesiti in sospeso. Certa è la sua presenza nel 1041. Se ne parla, infatti, nelle pagine di storia che riguardano la battaglia tra Bizantini e i Normanni avvenuta proprio in questi luoghi, il nome Serra della Battaglia la ricordano. Il castello, protagonista di quelle vicende, rimase inespugnato, per dovere di cronaca.

La struttura

La struttura aveva un palazzo quadrangolare e mura di difesa anch’esse quadrangolari e concentriche. In seguito è stato realizzato il muro obliquo della cinta. C’era anche, ma solo su un versante, un fossato. Poco distante dal castello si trova la chiesetta di Monteserico, è dedicata alla Madonna. Il piccolo edificio ha come tratto distintivo la semplicità, è di una sola navata con la volta a botte. Una rondine ha nidificato al suo interno e pare che quello che c’è scritto nel Salmo 84 al versetto 4 si sia materializzato: “Anche il passero trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari…”. Meno di un centinaio di abitazioni si trovavano nei pressi del castello e della chiesetta. Oggi non sono più visibili. Gli archeologi non vedono l’ora di farle tornare alla luce e poterle studiare in relazione al castello e alla storia del territorio.

Il castello e la mostra

Il Castello di Monteserico è stato recuperato, dopo il suo abbandono, era ridotto in pessime condizioni. È tornato a splendere insieme alla “costellazione” dei castelli della Basilicata. Proprio in questi giorni nei suoi ambienti, fino al 2 ottobre 2022, è allestita una mostra d’arte contemporanea: il convivio dei “pittori del mito” che sono riuniti esponendo le loro opere “Al monte dalla seta” intorno a quelle dell’artista Donato Linzalata recentemente scomparso.

La mostra a cura di Donato Faruolo con testo storico di Rino Cardone, realizzata da Porta cœli Foundation, è l’occasione per visitare il castello e allo stesso tempo trovarsi di fronte alle opere degli eroici artisti lucani, in particolare a quelle di Donato Linzalata, così facendo, permeare il loro percorso d’artisti d’avanguardia. Gli artisti dell’esposizione hanno come filo conduttore l’esperienza dell’essersi discostati dall’immagine tipica della Basilicata, si sono confrontati, a volte scontrati e goduto di un tempo gioviale. È l’occasione di conoscerli meglio, in questa terra così lontana dai circuiti dove spesso chi “fa arte” fatica a trovare gli spazi, essere riconosciuto e messo in dialogo con gli altri artisti del panorama italiano.

Il Castello e la mostra sono un’esperienza per i viaggiatori che desiderano vivere quei percorsi che non sono solo legati al passato, ma che raccontano anche il presente e sono proientati verso il futuro della magnifica Basilicata.


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