Il Teatro Continuo di Alberto Burri

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… e cinque, sei, sette e otto.

Una piattaforma sollevata da terra, sei pannelli rotanti, tre a destra e tre a sinistra, tinti su una superficie di nero opaco e l’altra di bianco, che svolgono la funzione di quinte. Si presenta così il palcoscenico a cielo aperto situato tra l’Arco della Pace e il Castello Sforzesco in Parco Sempione a Milano. È il Teatro Continuo di Alberto Burri. La struttura scenica è un vero e proprio teatro, ma ridotto all’essenziale, pronto per chiunque ne voglia far uso. In questo momento è calcato da alcuni danzatori che provano i passi di uno spettacolo supervisionati dal loro coreografo.

Attori veri e ignari, spettatori catturati e inconsapevoli

Noi, impegnati a passeggiare nel parco, siamo colti di sorpresa. Da ignari passanti siamo diventati spettatori appena la nostra attenzione è catturata piacevolmente dallo spettacolo inatteso. Il teatro è utilizzato da chiunque, infatti, appena è abbandonato dai ragazzi della compagnia di ballo che dopo le prove si sono allontanati, è “calcato” da un distinto signore che salita la rampa l’accesso che porta sulla piattaforma, è diventato lui l’ignaro attore che interpreta se stesso nell’atto di soddisfare la propria curiosità.

Noi sempre lì, consapevoli spettatori, insieme a inconsapevoli osservatori che passeggiano, guardiamo l’attore non attore. Che straordinario concetto artistico quello ideato da Burri! L’allestimento va ben oltre la macchina scenica, di per se è estremamente semplice, ma riesce a trasmettre concetti complessi, diversificati e stratificati nei secoli. Fa ripensare e ripercorrere la storia dell’architettura dei teatri, partendo dagli egizi fino a questo “Teatro d’artista”.

La copia fedele

Il Teatro Continuo Burri l’ha progettato nel 1973 in occasione della XV Triennale. L’artista aveva già lavorato come scenografo per uno spettacolo alla Scala firmando le scene e i costumi del balletto Spirituals.

L’esperienza vissuta in teatro dall’artista si evolve e in questa insolita struttura collocata in un insolito spazio urbano dove i ruoli “interpretati” di attore e spettatore si innescano quotidianamente ed inaspettatamente come è accaduto a noi, diventa opera d’arte.

L’opera originale, quella realizzata sotto la guida di Burri, furono costretti a demolirla nel 1989, andò perduta perché troppo deteriorata dal tempo e dalla mancata manutenzione. In occasione del centenario dalla nascita del maestro, si è pensato di ricostruirla nella sua collocazione originaria, sulla base dei disegni di Alberto Burri.

Oggi, Milano gode di nuovo di questo spazio dove lasciarsi andare, vestire i ruoli e farsi coinvolgere. E tu cosa farai? Sarai l’artista sul palco o lo spettatore? Oppure sarai lo spettatore seduto sul palco che si gode lo spettacolo che si svolge intorno?

Se è piaciuto il nostro breve racconto sul Teatro Continuo di Alberto Burri, puoi trovare altri racconti sui teatri cliccando qui. Se non vuoi perdere i nostri scatti, seguici su Instagram @charmenoff