L’insolita Siena

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Oggi nasce una delle nuove rubriche del nostro blog: Italia in 24H , uno spazio dove vi racconteremo le attività più belle e particolari una città o un itinerario da visitiate in una giornata.

Vogliamo iniziare questa serie di itinerari da una delle città d’Italia più conosciute in tutto il mondo. Siena è la città del palio, che da secoli si ripete tradizionalmente, immutabile, ogni anno. Il duomo, splendido scrigno d’arte, insieme al Palazzo Pubblico e alla Torre del Mangia sono le principali attrazione per i turisti, ma per chi come noi desidera scoprire qualcosa di nuovo ed inconsueto, da veri viaggiatori, ecco quattro posticini che vi delizieranno mostrandovi un’insolita Siena.

La Basilica di San Domenico è uno dei primi luoghi dove andare; è li che sono custodite le reliquie di Santa Caterina, la prima donna nella storia della Chiesa alla quale è stato conferito, con Paolo VI il 3 ottobre 1970, il titolo di dottore della chiesa. Caterina nata nella contrada dell’Oca, nei pressi di Fontebranda, il 25 marzo 1347, ventiquattresima figlia del tintore Iacopo di Benincasa e di Lapa di Puccio di Piagente, entrò a far parte dell’Ordine S. Domenico nel 1363. Inizialmente condusse una vita di rigoroso ascetismo, in seguito si dedicò attivamente all’apostolato, anche attraverso una fitta corrispondenza epistolare. Contribuì al ritorno del pontefice alla cattedra di Roma, ponendo fine al periodo della cattività Avignonese. La Santa morì a Roma nel 1380 e venne canonizzata da Pio II il 1461. Bella la figura della patrona d’Italia e d’Europa ed è giusto renderle omaggio, una donna straordinaria che riuscì a essere un’umile protagonista della storia, fautrice di rilevanti cambiamenti.

Proseguendo il nostro percorso, restando nello stesso quartiere, possiamo ammirare la poderosa fontana detta di Fontebranda, che sin dal primo Medioevo era utilizzata dagli artigiani dell’Arte della Lana, tra questi anche il padre di S. Caterina, la cui organizzazione produttiva necessitava di un copioso approvvigionamento idrico per svolgere le proprie attività. Menzionata fin dall’anno 1081, ampliata da Bellamino nel 1193, poi ricostruita in mattoni e travertino da Giovanni di Stefano nel 1246 è rimasta così come era fino a oggi. Fontebranda è certamente la fonte più imponente e ricca d’acqua di Siena, ma è anche la più famosa, dato che è citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia nel trentesimo canto dell’Inferno nei versi 76-78.

Dalla contrada dell’Oca, si va alla parte opposta della città nella contrada di Valmontone, dove si può godere di uno splendido giardino e di un orto. L’Orto de’ Pecci, che è una ricostruzione fedele di un orto medievale, dove si possono osservare piante tintorie, piante orticole, piante aromatiche e le piante officinali che servivano per curare. Si scopre quanto sia diverso l’orto di quei tempi rispetto agli orti odierni, grazie ai moderni metodi di cura e alle piante importate dai nuovi continenti.

Dall’Orto de’ Pecci è bello risalire e andare alla Basilica di San Clemente in Santa Maria dei Servi, nella quale vale la pena sostare un pò, forse è il luogo dove potete trovare quella tranquillità e pace che un tempio deve offrire e che nel duomo difficilmente si riesce a trovare, preso d’assalto com’è dai turisti.

A fianco della Basilica di Santa Maria dei Servi vi è la sede della contrada del Valmontone, che ha una terrazza il cui panorama sulla città lascia senza fiato e che al tramonto, per chi vi si ferma, offre uno spettacolo impareggiabile.

Durante il percorso, tra una salita e una discesa, a noi è venuta una gran fame e ci siamo fermati in una piccola gastronomia scovata tra le viuzze del centro dove abbiamo potuto gustare una goduriosa bistecca di cinta senese alla brace e un pezzo del tipico dolce di Siena, il Panforte IGP, conosciuto sin dal Medioevo, fatto con mandorle e canditi.