Samaná: penisola paradisiaca

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La Península de Samaná

Samaná è una penisola, una lunga lingua di terra che si allunga verso est, una delle 32 province della Repubblica Dominicana. È una delle zone meno battute dai turisti e dal clima piacevole in ogni stagione. La Península de Samaná era amata dai pirati, per le sue lussureggianti foreste piene di palme, le spiagge isolate e le grotte, ideali per nascondersi. Contesa per motivi strategici, almeno sei stati hanno provato ad occuparla o ci sono riusciti tra cui Haiti, Francia, Spagna, Stati Uniti, Germania.

È una meta autenticamente dominicana, con i suoi monti ricoperti dalle ricche foreste pluviali, le piante indigene come la palma reale e l’ananas che qui crescono rigogliose allo stato selvatico, le valli con le distese di risaie, l’ingrediente fondamentale della Bandera dominicana, un piatto semplice, ma gustoso, che non manca mai sulla tavola che si compone appunto, di riso bianco, fagioli generalmente neri o rossi e carne. Non mancano le piante di platano, il cui frutto, se è mangiato fritto lo chiamano Tostones se è servito insieme ad altri ingredienti è il famoso Mofongo.

Il motoconcho

Inizialmente popolata dagli indigeni Taino, poi dai coloni provenienti dalle isole Canarie, oggi è abitata anche da francesi e italiani che hanno messo radici in quest’angolo di paradiso. Le spiagge delle baie sono raggiunte col mezzo più usato in Repubblica Dominicana: la motocicletta. Il motoconcho: la moto taxi con la quale oltre al guidatore si possono trasportare tranquillamente e legalmente altri 2 passeggeri, è caratteristico. Le vedi sfrecciare cavalcate dai contemporanei centauri, mentre superano le auto a tutto gas per andare a tuffarsi in un mare coi colori delle pietre preziose: lapislazzulo, turchese, opale o il Larimar: la pietra verde azzurra patrimonio culturale della nazione.

Playa El Valle,

Il mare dalle acque cristalline, come quello di Playa El Valle, con la sua spiaggia dorata lunga 4 chilometri, è il sogno. Autentici i gesti, come quelli dei pescatori, che tirano a riva le barche e quelli delle mujeres che preparano grigliate del pescato appena giunto a terra. Tutto è servito sull’arenile, su lunghe tavolate, ombreggiate dalle palme di cocco, in un clima di rilassata allegria. Il frutto di Cocos nucifera, è l’ingrediente insolito abbinato al pesce. Il frutto che i “cocco bello, cocco fresco” propongono insistemente sulle nostre spiagge, fu importato da Cristoforo Colombo. I conquistadores riempivano le stive del frutto, prima di tornare in Europa, era perfetto per le traversate poichè conteneva acqua e allo stesso tempo era un alimento. Nei ricettari dei e delle cocineros dominicani è conosciuto da sempre, lo spadellano e valorizzano divinamente.

Parco Nazionale di Cabo Cabrón

Qualcuno si inoltra nella lunga appendice montuosa a est della baia. L’apofisi di roccia rivestita di lussureggiante verde si adagia verso l’oceano. Un santuario naturale, il più piccolo della Repubblica Dominicana, è il Parco Nazionale di Cabo Cabrón. Un gioiello da esplorare in lunghe escursioni, meglio se accompagnati da una guida esperta, godendo dell’aspro paesaggio con le imponenti rocce ricoperte dalla fitta vegetazione. Le visuali dalla scogliera sul mare resteranno indimenticabili. Se si vuole raggiungere la punta più a nord, il punto di partenza è da Playa Rincon.

Santa Barbara di Samaná

Dal nord della provincia a sud percorrendo 42 chilometri, dalle coste su cui si infrangono le onde dell’Oceano Atlantico a Santa Barbara di Samaná, il capoluogo della provincia, si va al lato opposto della Penisola di Samaná. Lungo il tragitto a bordo strada si susseguono le sparute case dalle tinte accesissime, davanti alle quali, sul marciapiede o quello che gli somiglia, sono seduti sulle seggiole che hanno portato da casa gli abitanti del posto. Stanno lì a chiacchierare o in attesa che passi qualcuno per andar via insieme, o attendono che si avvicini il futuro amore della loro vita o li raggiunga quello già conquistato per potersi scambiare qualche tenera effusione.

Da queste parti gli abitanti si ritrovano davanti a piccoli negozietti che vendono ogni genere di merce, li vedi davanti ad una “banca”: le ricevitorie del bingo, dove tentare la sorte. Alcuni, lungo la strada, stendono addirittura il bucato appena lavato sul guard rail e dopo averlo steso vi si siedono a fianco in compagnia della vicina di casa con la quale scambiano due parole. A volte lungo le vie di transito trovi gruppi di ragazzi, che sostano sul ciglio della strada in groppa alle loro motociclette disposte a spina di pesce mentre ascoltano i ritmi delle corde pizzicate di una chitarra requinto delle ultime bachate.

Migliaia di megattere

Il viaggio dalla prima tappa a quella che si affaccia sulla profonda baia bagnata dalle acque dello stesso oceano, è la location preferita da migliaia di megattere, che tra gennaio e marzo dopo aver lasciato gli oceani ghiacciati del nord, giungono a svernare sulle coste di Samanà, trovando le ideali acque calde e profonde, perfette per i riti di accoppiamento e la riproduzione. Uno spettacolo della natura! Il capoluogo di provincia in quei mesi si affolla di turisti. Si imbarcano sui natanti, armati di ogni genere di strumento di ripresa. Sono i neoregisti e fotografi in sfida tra loro. Sono gli speranzosi catturatori d’immagini, quelle mai salvate sulle schede SD con i mastodontici cetacei.

A Los Puentes e il mercato di Santa Barbara di Samaná

Negli altri mesi dell’anno in città non ci si annoia. La romantica passeggiata su Los Puentes che unisce Cayo Linares e il piccolo isolotto di Cayo Vigia regala le giuste visuali e i panorami da cartolina su Playa Cayacoa e sul lato opposto del ponte, dove ammirare le scogliere verdeggianti e le acque dell’Oceano punteggiate da barche a vela in ancoraggio a rada lievemente ondeggianti. I mezzi sono in attesa di fronte al Malecón di Samaná, pronti lasciare gli ormeggi e tornare in mare aperto.

Dopo aver dato uno sguardo alle bancarelle dell’artigianato, presa una cerveza, o della frutta fresca: mango o ananas, oppure dopo aver valutato i quadri dell’artista locale, sulla spiaggetta all’inizio del ponte, la prossima meta è il mercato di Santa Barbara di Samaná, brulicante di persone e paradiso dei frutti della terra che la dea Demetra ha donato in abbondanza. Qui ci si immerge nella vita locale. File di moto disposte in parallelo sulla strada prima di entrare nel vivo delle contrattazioni. Le venditrici sembrano in alcuni casi la versione dominicana di Mami di Via col Vento. Immaginatele tutte indaffarate a disporre la merce sui banconi, mentre verificano, pesano e vendono i loro prodotti freschi. A volte lanciano sguardi truci che divertono, ma le trovi sempre, sempre, con un sorriso a 32 denti.

Las Terrenas e El Limón 

La prossima tappa e Las Terrenas. Si ritorna a nord della penisola ma prima è d’obbligo fare una sosta a metà strada a visitare la cascata di El Limón. In sella a un cavallo, che trovi in paese, a piedi o in canyoning, dopo un avventuroso viaggio di 2,5 km attraverso una fitta foresta e lussureggianti terreni collinari, o attraverso il fiume El Limón, si raggiungere fantastica la cascata. Un balzo dell’acqua di 40 metri che si tuffa in una piscina naturale, dov’è possibile fare il bagno. I versi della fauna accompagnano l’esperienza, soprattutto quelli degli uccelli onnipresenti. Se si è fortunati capita di avvistare l’uccello delle palme, la specie nazionale della Repubblica Dominicana. In paese i ragazzi si tuffano nel laghetto cristallino formatosi da una sorgente vicina, ed è subito festa tra schizzi d’acqua e risate.

Playa Bonita e Playa Cosón

Las Terrenas è perfetta per chi cerca una brillante vita sociale. È la zona più visitata e sviluppata di Samaná, dotata di strutture turistiche, villaggi, residence, ristoranti, bar, negozi di souvenir, negozi d’artigianato artistico e bistrot internazionali dal carattere vivace. Le spiagge in città sono ottime. Ma quelle circostanti di Playa Bonita con le sue sabbie bianche e le rocce scure e quelle di Playa Cosón mozzano il fiato. Bodyboard e kitesurf gli sport più praticati ed emozionanti al pari delle esperienze dello snorkeling e delle immersioni. Si trova in loco, a noleggio, tutta l’attrezzatura, in compagnia di un dive master che vi accompagna alla scoperta degli scorci più belli del fondali marini della penisola.

Pueblo de los Pescadores

Per chi ambisce al relax, la quiete non manca all’ombra delle palme, a bordo piscina con un buon libro in mano, oppure restando spiaggiati nella pratica sublime della tintarella da fare invidia. All’imbrunire a Pueblo de los Pescadores, nel cuore della città, il divertimento è assicurato. La notte nella zona che in origine era il principale approdo dei pescatori è animata dai locali che vi sono sorti. Tra ristoranti e bar le serate si vivono a ritmi caraibici e le hit del momento, ballando ovunque, sui tavoli o sulla spiaggia a piedi nudi.

Playa Los Morales a Sánchez

Tornando alla capitale Santo Domingo de Guzmán, passando sull’autostrada che la collega velocemente a Las Terrenas, bisogna assolutamente far sosta a Playa Los Morales a Sánchez quando il sole ha finito di compiere il suo tragitto lasciando spazio alla dea della notte.

Qui trovi i pescatori che risistemano le reti mentre i pellicani dopo un volo, si appollaiano e iniziano a pulire il loro piumaggio, sui tronchi che emergono dall’acqua, a fianco del pontile che avanza dalla terraferma al mare. Gli schiamazzi dei ragazzi invitano ad avvicinarsi al tavolo da gioco. È uno spettacolo assistere alle partite di domino, il gioco al quale sono particolarmente appassionati. Sorseggiando una cerveza bella fresca, tra una tessera e l’altra disposte sul piano, prima con calma e poi battute con forza una dopo l’altra viene decretato il vincitore.

Isola dei famosi

La curiosità? Questa meta paradisiaca è stata la location delle prime edizioni dell’Isola dei Famosi. I vincitori delle tre stagioni furono Walter Nudo, Sergio Múñiz e Lory del Santo. Non cambierà di certo la giornata saperlo, però rende l’idea di quanto possa essere meravigliosa la destinazione, talmente bella da essere la scenografia perfetta per un programma televisivo.

Il nostro viaggio in Repubblica Dominicana è stato organizzato in partnership con il
Ministero del Turismo del Repubblica Dominicana.

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Questo racconto è stato scritto ascoltando Zero Gravity di Jean-Michel Jarre