Il mare di Punta Aderci

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La riserva naturale di Punta Aderci

Posteggiate l’automobile di fronte alla sede della riserva naturale regionale di Punta Aderci a Vasto in Abruzzo. Fate quattro passi lungo la strada sterrata che conduce al mare. I campi coltivati ai lati della strada bianca sono mutevoli. In base al periodo dell’anno si “vestono con i panni” che le stagioni richiedono.

Dopo una breve camminata, si giunge sul promontorio a picco sul mare. La tavolozza dei colori dell’Adriatico in questo punto della costa è spettacolare. L’acqua nelle belle giornate, si tinge di turchese, azzurro e di verde smeraldo che, mescolandosi, crea altri colori dalle meravigliose sfumature. Una passerella lunga una venticinquina di metri e larga meno di uno è poggiata su pali ancorati sul fondo del mare che fuoriescono dal pelo dell’acqua per circa tre metri.

Gabriele D’Annunzio e i Trabocchi

Si ha la sensazione che il camminamento sopraelevato in legno, sia radicato alla spiaggia ed àncori alla terra ferma il Trabocco, che si protende in mare sfidando le onde. Il “Trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e travi, simile a un ragno” come lo descrive Gabriele d’Annunzio nel romanzo Trionfo della Morte, “lo strumento che gli uomini del mare si sono ingegnati a costruire per catturare i pesci”.

I trabocchi sono una delle meraviglie e caratterizzano il litorale teatino. Poche righe e un invito. Partire, raggiungere la costa dei trabocchi e godere di questo spettacolo della natura e dell’ingegnoso e semplice marchingegno creato dai pescatori, che ha colpito l’immaginazione appassionata del Vate abruzzese.


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