Palazzo Spada: la storia di una famiglia

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Paolo il padre, Bernardino e Virgilio i figli

Palazzo Spada e la magnifica collezione custodita al suo interno ci permettono di raccontare le vite di alcuni uomini vissuti nel seicento. In particolare ci interessa quella del collezionista che ha messo insieme le opere che si trovano in questo edificio, parliamo di Bernardino Spada.

Figlio di Paolo (1541-1631), tesoriere della Romagna per conto del pontefice Clemente VIII; Bernardino (1594-1661), insieme a suo fratello Virgilio (1596-1662) si faranno notare alla corte pontificia a Roma.

In particolare Bernardino, che vestirà i panni di cardinale e continuerà il lavoro di strategie matrimoniali e politiche necessarie per proseguire l’ascesa sociale della famiglia iniziata dal padre.

Il capolavoro di Guido Reni

Il Cardinal Bernardino Spada, si trasferisce a Roma nel 1631 dopo aver rivestito importanti incarichi politici e amministrativi presso la corte di Francia e a Bologna. Con se porta il suo ritratto eseguito da Guido Reni tra il 1630 e il 1631.

L’opera è un rarissimo esempio della produzione ritrattistica dell’artista bolognese. Questo capolavoro della ritrattistica italiana del Seicento riesce a trasmettere la nobiltà, la finezza intellettuale e la spiritualità del Cardinale, mostrato nel suo studio mentre scrive una missiva al pontefice.

Da Palazzo Capodiferro a Palazzo Spada

Nell’ottica di affermazione della famiglia degli Spada, il Cardinale è consapevole della necessità di un palazzo adeguato atto allo scopo. La scelta cade su un palazzo nei pressi di piazza Farnese, acquistato nel 1632 dai Capodiferro per 31.500 scudi. Il fratello Virgilio lo considerò un ottimo investimento perché il palazzo non aveva bisogno di grossi interventi. Ma Bernardino Spada di scudi, nell’arco dei trent’anni in cui vi ha abitato, ne spese altri 55.000 per attuare tutti i cambiamenti architettonici e gli abbellimenti artistici, aiutato dai più prestigiosi artisti del periodo, tra cui Paolo Maruscelli, Girolamo Rainaldi, Gian Lorenzo Bernini, Vincenzo della Greca e Francesco Borromini.

La raccolta che racconta la famiglia e l’arte barocca

La raccolta d’arte che ci è giunta è l’espressione della storia della famiglia Spada perché i successori hanno aggiunto qualche altra chicca alla collezione. L a collezione è una meravigliosa panoramica dell’arte barocca collocata negli ambienti originari.

Citiamo giusto qualche nome per rendere l’idea di quali opere sono e di quali artisti le hanno create:  Ritratto di Musico di Tiziano Vecellio, Paesaggio con mulini a vento di Jan Brueghel il Vecchio, David con la testa di Golia di Orazio Gentileschi , Santa Cecilia di Artemisia Gentileschi, Laocoonte di Gian Lorenzo Bernini, La Morte di Didone del Guercino.

La stupefacente invenzione di Borromini

Il pezzo forte però si trova all’esterno dell’edificio, nel cortile interno del palazzo. É la stupefacente invenzione prospettica di Francesco Borromini che a palazzo Spada realizza uno dei massimi esempi di illusionismo barocco. Proprio a Borromini si deve il famosissimo colonnato prospettico che fa apparire Galleria Spada una galleria lunga almeno 40 metri quando in realtà ne misura soltanto 9. In fondo alla galleria è situata la statuetta ottocentesca di Marte, alta poco più di 60 cm, che sembra gigantesca.

Ci si rende conto delle misure solo se uno dei custodi percorre la galleria mostrando che è una straordinaria illusione. Lo stupore che la galleria suscita è lo stesso che avranno vissuto gli ospiti ricevuti dal cardinale. Magari dopo un buon pranzo, Bernardino si divertiva a far divertire e meravigliare col suo “giocattolo architettonico”.

Palazzo Spada è stato acquistato, con tutti gli arredi e la galleria, dallo Stato Italiano nel 1927, è visitabile e ospita inoltre il Consiglio di Stato. A noi il piacere della visione. Come spesso affermiamo, la bellezza in Italia non ha mai fine.

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Questo racconto è stato scritto ascoltando una serie di componimenti barocchi, cliccate qui se volete ascoltarli.