L’autenticità di Forni di Sopra

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I volti di Forni: Genny

Forni di Sopra è un comune speciale, immerso nella natura, dove potersi ritrovare, dove la quiete e i tempi rallentati sono il leit motive del viverci. È un luogo vocato all’accoglienza, dove è stata scelta la sostenibilità come via da percorrere. Il borgo si distingue per essere un comune green, per l’attenzione all’utilizzo delle energie rinnovabili, per la realizzazione di impianti a biomasse, di impianti fotovoltaici e di centrali idroelettriche a salvaguardia del territorio, della salute degli abitanti e dei visitatori.

Ci si sente fin da subito a casa da queste parti e c’è una attenzione verso chi vi arriva affettuosa così autentica che noi Forni di Sopra la racconteremo con le voci di chi ci abita. La prima voce è quella di Genny che lavora all’Hotel ristorante Nuoitas dove abbiamo pernottato, goduto di una rilassante sauna e cenato. Genny ci dice che “Forni di Sopra si trova di fronte alle dolomiti più antiche” quelle del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, che fanno parte della Lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Francesco il nostro Cicerone

Incontriamo a Nuoitas Francesco, il nostro Cicerone, che a Forni di Sopra ha scelto di viverci e ci si è trasferito. Il suo comune per scelta, lo ama così tanto da conoscerlo palmo a palmo e ci ha accompagnati durante tutta la nostra permanenza di questa Perla Alpina. È Francesco che ci ha indicato i due gruppi montuosi che si trovano a nord e a sud dell’Alta Valle del Tagliamento dove si adagia il comune di Forni di Sopra, quelli della Carnia con le sue vette e le Dolomiti Friulane a sud.

Consuelo ci ha proposto di fare un sentiero e Francesco si è messo a disposizione dicendo “Vi accompagno io, ma ve ne faccio fare due di sentieri che partono entrambi da Forni di Sopra e vi faccio scoprire due Casere e una Malga. Io vi aspetto domani a Malga Varmost così con l’occasione raccolgo dei funghi.” Noi vestiti adeguatamente con lo scarponcino da trekking, biglietto in mano per salire con la Seggiovia Varmost che parte proprio da Forni di Sopra. Comodissimo l’ampio parcheggio antistante l’impianto di risalita. Dopo venti minuti di viaggio accompagnati da una vista mozzafiato siamo giunti a Varmost.

Romina la lady di Malga Varmost

La località che nella stagione invernale, al via dall’8 dicembre, si trasforma in piste da sci che regalano vedute uniche agli sciatori che le percorrono. Troviamo Francesco a fianco al punto d’arrivo della seggiovia e insieme andiamo alla Malga Varmost. A fare gli onori di casa c’è Romina, ex perito edile che ha deciso di vivere nei periodi estivi su questi monti crescendo così suo figlio, prendendosi cura delle vacche, gli asinelli, i cavallini, il gallo, le galline e Chiaretta, una gatta che senza alcuna paura, vi avvicinerà in cerca di coccole e magari qualcosa da stuzzicare fuori pasto.

Qui abbiamo deliziato il palato con due formaggi a latte crudo, il Frant, una tipicità friulana, e una caciotta vaccina accompagnati con del pane integrale tipico della zona il tutto affogato con un buon bicchiere di vino rosso. La malga è una fattoria didattica dove i genitori accompagnano i loro piccoli facendogli vivere e comprendere la cura di cui necessita un territorio, degli animali, delle persone che vi abitano, e ovviamente vedere come si realizza il formaggio. Per Romina vivere in malga è il modo per ritrovarsi con i valori più autentici. Il suo sorriso e senso di accoglienza vi trasmetterà tutto il calore e l’amore per la vita e per il suo lavoro.

Elio e Olivia e Casera Valaseit

Partiamo con Francesco, con gli zainetti in spalla, per giungere a due differenti Casere. La Prima: Casera Valaseit. È aperta grazie ad alcuni volontari che se ne occupano. Si giunge qui facilmente percorrendo un sentiero quasi tutto pianeggiante. Durante il percorso si aprono visuali incantevoli sulle Alpi Carniche, sulle le Dolomiti Friuliane e si possono vedere benissimo le Tre Cime di Lavaredo, un’emozione dietro l’altra. Ad accoglierci alla Casera Valaseit c’è una coppia, Olivia ed Elio. Elio è un tuttofare che sistema la struttura e dove occorre, mette mano al sentiero. Non parla molto, ma i suoi occhi sono buoni e il suo sorriso, che emerge dalla barba bianca, fa capire quanta serenità ci sia nel suo animo.

Traspare dal suo volto che quello è il posto dove ama stare insieme ad Olivia la quale non si attarda ad offrire un caffè appena fatto a tutti gli avventori. A 1700m di altitudine vi assicuriamo che ha un sapore diverso, dipenderà dall’acqua di sorgente o forse dalla miscela? Il segreto è l’amore di chi ha il cuore aperto e il piacere di incontrare nuove persone e scambiarci quattro chiacchiere. Di qui passano gli escursionisti. È una tappa fissa, per interrompere un attimo il cammino. Per i montain bikers e quelli con le biciclette da Downhill, invece, è il punto della quiete prima di buttarsi giù per lo scosceso sentiero e farlo tutto d’un fiato in un susseguirsi di emozioni. Francesco ci dice” È una discesa molto ripida. Sono molto coraggiosi a farla, ma sicuramente sanno quello che fanno se sono giunti fino a qui”.

Casera Tartoi, Roberta Sebastiano e Girolamo

Ripartiamo e andiamo in direzione opposta su un sentiero leggermente più impegnativo, verso Casera Tartoi. Qui la situazione e diversa, è una Casera gestita da una famiglia che vi abita, la struttura è simile all’altra, ma è un alpeggio con il bestiame che più in alto bruca l’erba. Le tettoie che fungono da riparo per i capi paiono il camminamento coperto di un chiostro.

Roberta, Sebastiano e il figlio Girolamo gestiscono la struttura dove è possibile anche dormire oltre a poter mangiare dei piatti sostanziosi utili per ripartire con un bel carico di energia e affrontare di nuovo i sentieri. Roberta e Sebastiano ci raccontano: “Abbiamo deciso di vivere in questo paradiso! È da poco che stiamo qui, ci piace e se va come sta andando restiamo. Con molta probabilità ci raggiungeranno anche le altre due figlie che sono rimaste nel nostro paese d’origine.” Nel frattempo Francesco ha trovato dei funghi.

Vally e i suoi manicaretti della tradizione

Li vedremo a breve trasformati da Vally al suo Albergo Ristorante Centrale a Vico. La maga della cucina farà diventare i funghi appena raccolti in deliziosi manicaretti. Qui il fungo è un prodotto importante tanto da farne ogni anno una fiera. Vally è una chef che propone e raccoglie le ricette del territorio e ci racconta: “Sapete? Una signora molto anziana mi ha insegnato la sua ricetta segreta custodita gelosamente per anni, è una pasta fresca ripiena, tipica della zona, che adesso propongo nel mio menù. La signora che me l’ha insegnata ha smesso di farla perché certa che verrà gustata ancora a lungo e la ricetta tramandata”.

Vally è talmente legata alla sua terra e al rispetto del territorio che anche la sua casa è un gioiello costruito con i materiali recuperati dai vecchi abitati crollati, come poi avveniva nei secoli passati quando i materiali venivano reimpiegati e le strutture in disuso riconvertite o trasformate completamente in altri stabili con funzioni differenti rispetto a quelle originarie.

Donatella, il racconto della storia del paese

Mentre parliamo con Vally e Francesco di queste cose, si unisce alla brigata Donatella, una elegante signora, amica di Francesco e Vally, che ci parla delle origini romane del borgo. Ci dice che in realtà Forni di Sopra è costituito da tre borghi uniti con il nome di Forni di Sopra. I tre borghi sono Vico, il capoluogo, Andrazza e Cella. La narrazione continua e noi con le orecchie tese, curiosi come sempre, scopriamo che dopo il periodo romano, vi giunsero i longobardi e nel 778, il paese fu donato all’Abbazia di Sesto, nel 997 ne è entrato in possesso il Patriarca di Aquileia che nel 1326 lo ha affidato alla famiglia dei Savorgnan. Dopo la dominazione austriaca nel 1866 Forni fu unito all’Italia.

Le notizie storiche e la descrizione dei borghi che costituiscono Forni ci hanno spinti a fare un giro per il paese con le sue originali strutture in pietra e legno che continuano a essere mantenute e ricostruite quando necessario così come erano perché “è un dovere preservare questo paese così com’è stato in passato e consegnarlo ai posteri così come lo abbiamo ricevuto noi”.

Un viaggio dove ti affezioni a chi ci abita e restano impressi nella memoria i loro volti

Forni di Sopra per noi è una chicca vera e propria, che tocca corde diverse da quelle abituali. È uno i quei luoghi dove vivere una vacanza all’insegna della sostenibiltà. È un viaggio dove realmente si torna al piacere del contatto con le bellezze più semplici e autentiche del vivere. La natura da queste parti toglie il respiro per la sua bellezza e la si può vivere in modi diversi, dalle passeggiate, alle ferrate sportive o con una corsa vera e propria lungo i vari sentieri che giungono fino alle alle altissime cime, non è inusuale trovare chi si allena per il Trail delle Dolomiti friulane. C’è chi la vive in Mountain bike o con le più estreme biciclette da Downhill.

Quando giunge la neve qui sono prontissimi per gli sport sugli sci e se non giunge, sono super organizzati con i cannoni per innevare le piste. I cibi sono autentici e legati al territorio, ma ve ne parleremo più avanti come vi parleremo di altri gioiellini architettettonici e d’arte. Quello che più ti resta nel cuore sono le persone che vi abitano, sono discrete e attente allo stesso tempo, rimangono indelebili nella memoria i loro volti e le loro storie.

Forni di Sopra è una chicca della nostra magnifica Italia. fa parte delle località della rubrica #ItaliaIn240re. È una destinazione che fa parte delle Alpine Pearls, per vedere le altre cliccate qui. Se, invece, non volete perdere i nostri scatti e i video seguiteci su Instagram @charmenoff.

Questo racconto è statto scritto ascoltando Complete Piano Etudes di Philip Glass.